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 Charles Baudelaire

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Lucrezia Damned Soul
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MessaggioTitolo: Charles Baudelaire   Charles Baudelaire Icon_minitimeDom 21 Ago 2011 - 8:42

Charles Baudelaire
Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e traduttore francese. È considerato uno dei più celebri e importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.

Biografia
La giovinezza
Charles Baudelaire nacque a Parigi, in Francia, nel 1821. Suo padre si chiamava Joseph-François Baudelaire, si trattava di un ex-sacerdote e capo degli uffici amministrativi del Senato, amante della pittura e dell'arte in genere; come prima moglie ebbe Jeanne Justine Rosalie Jasminla, dal quale ebbe Claude Alphonse Baudelaire, fratellastro del poeta. La madre era la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays, sposata da Joseph-François dopo la perdita della prima moglie, il 9 aprile 1821 in una casa del quartiere latino, in rue Hautefeuille n°13. All'età di sei anni Baudelaire restò orfano del padre, allora sessantenne, sepolto nel cimitero di Montparnasse. Caroline, l'anno successivo, decise così di sposarsi con Jacques Aupick, un tenente colonnello che, a causa della sua rigidità, si guadagnò ben presto l'odio del giovane Charles.
Nel 1833 Charles entra nel Collegio reale di Lione, città dove si trasferì la famiglia a causa del lavoro del patrigno. Al gennaio 1836 risale il ritorno a Parigi, dove Aupick ricevette una promozione a colonnello; all'età di 14 anni Baudelaire inizierà a frequentare il collegio "Louis-le Grand", con risultati altalenanti. Ne fu espulso nel 1839, nonostante il suo buon profitto (nel 1837, infatti, ottenne il secondo premio di composizione in versi latini), per indisciplina: si era infatti rifiutato di consegnare al professore un biglietto che un compagno gli aveva passato in classe. Nonostante questo inconveniente, Baudelaire riesce pochi mesi dopo a conseguire il diploma "baccalauréat", al lycée Saint-Louis.
Dopo aver ottenuto la laurea, il giovane si mostra indeciso sul proprio futuro ed insofferente alle scelte che Aupick aveva in mente per lui; si appassiona però alla carriera letteraria, che lo porta a conoscere artisti e scrittori dediti ad uno stile di vita bohémien, che lo spinse per altro ad accumulare debiti. Durante questo periodo comincia inoltre a frequentare prostitute e contrae presumibilmente la gonorrea e la sifilide. Nel 1841, a causa della frequentazione di cattivi ambienti e del suo stile di vita dissoluto, su decisione del consiglio di famiglia fu imbarcato su una nave diretta in India, la Paquebot des Mers du Sud. Nonostante ciò il giovane Baudelaire decise di non portare a termine il viaggio e quindi si imbarcò sulla nave Alcide facendo ritorno in Francia. Da questa esperienza nacque la passione per l'esotismo che si rifletterà in seguito nella sua opera di maggior successo: I fiori del male.



Ritratto di Charles Baudelaire di Émile Deroy, 1844.
Dieci mesi dopo la sua partenza per l'India, una volta rientrato a Parigi, Baudelaire comincerà a svolgere una vita da bohemien grazie all'eredità paterna, proseguendo la sua vita all'insegna della carriera letteraria. È in questo periodo che comincia a scrivere le prime composizioni de I fiori del male, affermandosi inoltre come critico d'arte e giornalista. Nel 1842 si avvicinò alla figura di Gautier, prendendolo a modello sia nell'ambito spirituale che in quello artistico, e nello stesso periodo incontrò Jeanne Duval, "La Venere Nera", figlia illegittima di una prostituta di Nantes, con la quale visse un'appassionata storia d'amore che diverrà per il poeta fonte di notevoli spunti letterari. Il lussuoso stile di vita portò Baudelaire nel frattempo a prendere alloggio al centralissimo Hotel de Pimodan sull'isola di Saint-Louis dove, nello studio, teneva il proprio ritratto, opera di Pierre Dufay, frutto della sua repentina celebrità come dandy; le tende oscuravano solo la parte inferiore della finestra sulla Senna, così da lasciar vedere esclusivamente il cielo.
La carriera
Nonostante non avesse pubblicato ancora nessuna opera, già nel 1843 Baudelaire era conosciuto nei circoli letterari Parigini come un dandy dedito a spese e lussi che spesso non poteva neppure permettersi, circondandosi di opere d'arte e libri; i generosi dispendi economici del suo tenore di vita intaccarono rapidamente la metà del patrimonio paterno costringendo la madre, dietro consiglio del patrigno, ad interdire il giovane ed affidare il suo patrimonio ad un notaio. In questo periodo conobbe Balzac, e continuò a produrre alcuni dei componimenti de I fiori del male. Al 1845 risale la prima pubblicazione, la recensione critica del Salon del 1845; il lavoro di Baudelaire si guadagnò parecchie attenzioni in campo artistico, per l'audacia delle idee esposte e per la competenza dimostrata dall'autore.
A questo primo "successo" personale faceva contrasto però il suo stile di vita: sempre più pressato da debiti, dubbioso sul proprio futuro, solo e con una condizione psicologica precaria, Baudelaire tentò per la prima volta il suicidio. Si ferì soltanto lievemente e superò il trauma fisico con una convalescenza relativamente breve; la madre, nonostante il figlio stesse vivendo un periodo evidentemente disastroso, non lo andò mai a visitare ignorando le sue richieste, probabilmente per ordine di Aupick.
Nel 1846 Baudelaire si occupa nuovamente del Salon, collaborando con riviste e giornali attraverso articoli, saggi e critiche d'arte. Allo stesso anno risale anche l'importante esordio come poeta con l'opera A una signora creola, mentre l'anno successivo pubblicherà la novella La Fanfarlo. Nel 1848 prende parte ai moti rivoluzionari parigini, seppure la sua posizione politica non fosse radicata e difesa con convinzione, quanto spinta dalla foga del momento e dalla situazione storico-sociale parigina.
La vita di Baudelaire nei primi anni della seconda metà del '800 permaneva nelle medesime condizioni di precarietà provate nei periodi passati, tra alloggi momentanei, debiti pressanti, lavori altalenanti ed una salute cagionevole. Inizia ad amare la musica di Richard Wagner (dopo aver ascoltato il preludio del Lohengrin e del Tannhäuser) e lo scrittore Edgar Allan Poe, a cui dedicherà diversi articoli e personali traduzioni in francese; queste ultime raggiungeranno un discreto successo, venendo pubblicate su Le Pays.




La prima edizione de I fiori del male, con le note di Baudelaire.
Poe ed il romanzo gotico rappresenteranno per Baudelaire una potente influenza, che risulterà più evidente in svariati componimenti de I fiori del male. Il suo impegno giornalistico si determinò inoltre nelle varie critiche d'arte, pagine di grande modernità ed originalità che si fondono profondamente con l'estetica del tempo e con la poetica dei suoi versi.
I fiori del male
Les Fleurs du Mal: il titolo di quest'opera riassume a pieno l'idea di bellezza propria del poeta francese. Il male, come il bene, ha i suoi fiori, le sue bellezze. Il male risulta però più attraente e più accattivante. Quest'opera evoca il "viaggio" immaginario, tipico della concezione di vita di Baudelaire. Si parte infatti dall'angoscia di vivere (Spleen), al quale si contrappone da una parte un ideale divino (Idéal), fatto di corrispondenze naturali (voyage artistique par les correspondences), d'amore e bellezza (voyage d'amour dans un monde idéal), al quale si può arrivare solo tramite la bellezza ideale, LUXE CALME VOLUPTE' (Invitation au voyage). Dall'altra parte abbiamo poi la morte, altra fonte di salvezza. Ci arriviamo attraverso il male, la ribellione contro tutto ciò che ci circonda, con l'utilizzo di droghe e alcol (Enivrèz Vous).
I fiori del male esprimono dunque la vita secondo Baudelaire, divisa nelle seguenti sezioni: Spleen et Idéal, Tableaux Parisiens, Le Vin, Fleurs du Mal, Révolte, La Mort. Nel 1857 l'editore Poulet-Malassis pubblica in 500 copie la raccolta di cento poesie intitolata I fiori del male (Les fleurs du mal) che verrà sequestrata qualche mese dopo, facendo finire Baudelaire e l'editore sotto processo con l'accusa di pubblicazione turpe e oltraggiosa. L'esito del processo porterà alla censura di sei poesie (verranno pubblicate a parte a Bruxelles col titolo I relitti) e ad una pena pecuniaria di 300 franchi poi ridotta a 50 franchi grazie all'intervento dell'imperatrice Eugenia.
Gli ultimi anni
Nel 1860 venne colto da una prima crisi cerebrale e nel 1861 tentò per la seconda volta il suicidio. Nel 1864 dopo essere stato rifiutato all'Acadèmie française decise di recarsi a Bruxelles con la speranza di ricavare del denaro per mezzo di alcune conferenze. La monotonia e la noia di questo periodo rivivono nei pessimistici pensieri di Il mio cuore messo a nudo e nella ferocia delle Amenità belgiche, opere a cui lavora con crescente disperazione e che rimarranno soltanto abbozzate.
Nel 1866 a causa di un attacco di emiplegia e di afasia rimase paralizzato nel lato destro del corpo; ormai malato, cercò sollievo nelle droghe ma nel 1867, dopo una straziante agonia, morì a soli 46 anni. Venne sepolto a Parigi nel cimitero di Montparnasse nella tomba di famiglia senza alcun particolare epitaffio, insieme al padre adottivo ed, in seguito, alla madre. Nel 1949 la Corte di Cassazione francese decise di riabilitare opere e memoria del poeta scomparso.
Il personaggio
Il personaggio "Charles Baudelaire" ha alimentato il mito del bohemien, lo studente povero o presunto tale, amante dei piaceri notturni, dell'assenzio e delle novità in fatto di costumi e di arte. Generazioni di studenti e di poeti si sono ispirati e ancora oggi si ispirano al poeta parigino. Figura in parte contrapposta in parte collocata al fianco del dandy e dell'esteta, Baudelaire incarna quella visione di gioventù romantica dedita all'eccesso e alla poesia, un po' cupa e rivoluzionaria.
Da sempre l'autore dei "Fiori del male" è stato assunto a vessillo antiborghese della contrapposizione produttiva, di quel mito romantico che vede nel giovane che si allontana dalla famiglia e che si dedica a droghe, all'alcol e all'arte non un problema della "societas" ma un portatore del nuovo ed un artista all'avanguardia. Baudelaire infatti con i suoi scritti e la sua vita rappresenta tuttora l'artista e il poeta maledetto, figura iconografica che segna ancora profondamente la visione dell'intellettuale e del poeta ai giorni nostri.
Simbolismo e allegorismo
Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica dell'Ottocento si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, è generata da un grande desiderio di ritrovare quel forte legame tra la società pre-industriale e la natura. Sono poste in risalto le analogie tra uomo e natura e sono accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura retorica della sinestesia.
La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà industriale, proponendo al lettore spunti di riflessione che richiedono un'attività razionale per essere compresi. Però il suo allegorismo rappresenta anche il rifiuto dell'oggettivismo scientifico, che tarpa la fantasia per richiuderla entro regole logiche, con ciò privando l'uomo del suo bene più prezioso.
Opere
Il salone del 1845 (1845) Il salone del 1846 (1846) La Fanfarlo (1847), novella Del vino e dell'hashish (1851) Fusées (1851) L'Arte romantica (1852) Morale du joujou (1853, riscritto nel 1869) Esposizione universale (1855) I fiori del male (1857) Il poema dell'hashish (1858) Il salone del 1859 (1859) I paradisi artificiali (1860) Lo spleen di Parigi o Poemetti in prosa (1862) Il pittore della vita moderna (1863) L'opera e la vita di Eugène Delacroix (1863) Il mio cuore messo a nudo (1864) Curiosità estetiche (1868), raccolta di articoli e saggi L'Arte romantica (1869) Diari intimi (1851-1862)
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