Sono nata demone, non so ne quando ne dove, ero una Succubus, e da pochi decenni vampira Gangrel, grazie al mio amato Richard che era il mio Warlock. So solo che la terra ove ho vissuto più a lungo è Barcellona, in Spagna. Li sono "nata" ma la memoria non va tanto indietro quanto la data della mia effettiva creazione. Apparentemente dimostro 28 anni, ma ne ho qualche migliaio di sicuro. Ho conosciuto Richard perchè è uno stregone/demone, un warlock, e proprio lui mi evocò per avere i miei servigi. Durante il periodo in cui mi usò ai suoi scopi, entrambi perdemmo la testa l'uno per l'altro restando uniti anche dopo il periodo in cui aveva bisogno dei miei poteri. Restammo insieme, come ombre nascoste perchè i demoni anziani non approvano i rapporti personali tra stregone ed il suo demone evocato, durammo a lungo così, finché un giorno lui, vampiro gangrel, decise di provare a vampirizzarmi. L'esperimento ebbe successo, ed io divenni un demone rinnegato dagli Inferi, i miei poteri annullati, diventai una vampira gangrel come lui e subito dopo ci sposammo. Da poco ci siamo trasferiti ad Edimburgo, la sorella di sangue di Richard, Lucrezia, era scomparsa, ed il Duca Mirco, suo marito era partito per cercarla. Così il Palazzo natio di Richard era rimasto senza guida. Richard doveva tornare per la sua famiglia, Viktoria, Isabella, e la madre Gwen.
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GANGREL- il mio clan vampirico.
I membri di questo clan sono tutti vagabondi e raramente si trattengono nello stesso luogo per più di un certo periodo.
I Gangrel sono rinomati per essere fratelli combattivi, solitari e tendenzialmente schietti: non disprezzano la società o le istituzioni degli altri cainiti, semplicemente non ne hanno bisogno. Si dice che riescano ad attraversare le zone più impervie e pericolose (compresi i territori dei Garou) rimanendo illesi.
Alcuni sostengono anche che i Gangrel abbiano addirittura dei contatti con i Lupini.
Caratteristica principale degli appartenenti a questo clan è l'utilizzo della disciplina di Proteiforme: questo particolare potere permette ai Gangrel di trasformarsi in animali, fondersi nella terra e mutarsi in nebbia.
I Gangrel sono legati ai clan Scozzesi, Celti o agli zingari, e alle popolazioni nomadi in generale: il loro tenore di vita ricalca notevolmente le abitudini di queste popolazioni umane: numerosi sono stati i casi in cui i Rom sono stati aiutati e protetti da questi vampiri.
Il Clan Gangrel è strettamente legato al mondo della natura.
La maggior parte di loro preferisce infatti dormire nella nuda terra e vivere nei boschi piuttosto che avvicinarsi alle città.
Aspetto: I membri di questo Clan hanno spesso lineamenti animaleschi, specie con lo sviluppo della disciplina di Proteiforme. Sono piuttosto rustici sia nell'abbigliamento che nei modi.
Rifugio: Nomadi per natura, gli appartenenti al Clan Gangrel non scelgono quasi mai un posto preciso per stabilirsi. Anche se a volte possono vivere in isolate città, di solito decidono di crearsi dei rifugi lontano dal caos cittadino. La maggior parte di loro è in grado di fondersi nella terra, eliminando anche la difficoltà di trovare un rifugio.
Discipline: Animalita, Proteiforme, Robustezza
Punti deboli: Ogni volta che cadono in preda alla Frenesia i Gangrel diventano sempre più simili alle bestie. Col passare del tempo quindi questi cainiti assomigliano sempre più agli animali, assumendo tratti come degli occhi rossi o peli particolarmente lunghi.
Organizzazione: Il Clan Gangrel non pratica riunioni tra i propri membri che, spesso, non sono neanche in comunicazione l'un con l'altro. Si ntengono invece piccole riunioni a livello territoriale in cui i pochi elementi residenti in un territorio organizzati in strutture simili a quelle di un brancco di lupi, o i fratelli di passaggio si incontrano per scambiarsi storie e informazioni.
Prestigio: In questo Clan il modo più facile per ottenere il rispetto degli altri è avere delle storie interessanti (non importa se credibili) da raccontare agli altri membri del clan durante delle riunioni occasionali o poter dimostrare il proprio onore in battaglia.
Dicono: "La città non è la nostra casa: è l'unico posto in cui ci è dato vivere più a lungo"